Anniversari Tristi

Tre anni di guerra in Ucraina. Si potrebbero dire molte cose, ma una forse è la più importante, e non è stata compresa in fondo. Si è detto che l’Europa ha aiutato l’Ucraina perché “serva degli Stati Uniti”, loro premono un bottone e noi – telecomandati – obbediamo, contro i nostri interessi, perché siamo scemi. Non si considera il fatto che il progetto europeo è strutturalmente incompatibile con una grande potenza militare espansionista alle sue porte. O c’è l’UE anseatica e commerciale o c’è la Russia neozarista e militarista. Si può e si deve coesistere, ma non su faglie attive di scontro. Ecco perché i paesi pro-europei – o quelli più scettici che non hanno ancora capito co con cosa sostituire l’UE tipo l’Italia di Meloni – sostengono l’Ucraina, e la sostengono attraverso i governi di orientamento diverso. Ecco perché i paesi che vogliono invece la distruzione dell’EU (senza smettere di mungere soldi però) come l’Ungheria, sono antiucraini. Il progetto russo neozarista non è incompatibile invece con l’America sia imperiale che isolazionista di Donald Trump, al contrario. Se Putin può prendersi il Donbass, Trump può bene annettersi la Groenlandia. Ma per l’Unione Europea ritornare a queste dinamiche vorrebbe dire ritornare alle dinamiche di potenza che erano la regola dal 1500 al 1945. Nessuno vuole più pattugliare il confine con la Germania, o fortificare di nuovo il confine tra Francia e Piemonte. Se fossimo stati sempre e solo telecomandati da Washington, lo saremmo anche adesso e obbediremmo e basta. L’esclusione dai negoziati tra Russia e America riflette non tanto la nostra impotenza (visto che il sostegno europeo perl’Ucraina è importante tanto quanto quello americano e forse anche di più), quanto questa incompatibilità esistenziale. La Russia di Putin vuole distruggerci per essere di nuovo il lupo più grosso e forte del branco. L’America di Trump vuole distruggerci per fare affari con gli altri lupi più grandi e forti. Non c’è uno scenario possibile in cui questo posso andare a nostro favore. La questione degli immigrati, delle persone trans nelle competizioni sportive, sono solo giganteschi specchietti per le allodole in questa lotta per il predominio. Non lasciamoci abbagliare.

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