Ma quando finisce il Carnevale?

In questo periodo si sta celebrando il carnevale non solo nelle piazze di paese e nelle sfilate dei carri, ma anche nella politica internazionale. Qui però non è vero che “ogni scherzo vale”. Non commentiamo quello che succede giorno dopo giorno, quanto bellicosa o ridicola sembri la Von der Leyen con il logo militaresco “Rearm Europe” o le allucinanti dichiarazione del generale Kellogg che dice che gli ucraini vanno “picchiati in faccia come un mulo” per farsi obbedire, come fossero bestie. Questo è fastidioso quanto quasi irrilevante, sono solo le reazioni del momento. C’è una cosa invece che va molto più in profondità e che avrà enormi ripercussioni sul lungo periodo: i decisori politici ed economici hanno la chiara sensazione che degli Stati Uniti d’America non ci si possa più fidare. Anzi, non solo loro, tutta una serie di persone che avevano acquistato prodotti e servizi americani con una certa serenità stanno drammaticamente rivalutando le proprie scelte. Al momento cambierà poco: ad esempio siamo ancora su un social americano, che gira su fornitori di servizi americani, su un computer/cellulare probabilmente con un sistema operativo americano. Stasera alla televisione guarderemo una serie televisiva americana in streaming. Questo ancora stasera, non sono più certo che tra tre anni le vostre vite seguiranno ancora questo copione. Il punto di non ritorno non sono state le dichiarazioni bellicose su Groenlandia o Canada, o sui dazi, no, quelle alle fine sono ancora solo parole o colpi di penna. Il punto di non ritorno è stato la fine improvvisa di ogni supporto all’Ucraina, anche quello a costo zero come il supporto delle immagini di intelligence. Questa sta costando vite, oggi. L’assunzione di tutti è che l’America si sarebbe sempre comportata con una certa prevedibilità. Il fatto che si stia lasciando bombardare un intero paese oscurando i radar perché non è piaciuto il vestito del presidente Zelensky allo studio ovale sta facendo venire i brividi a tutti. Della gente è morta perché sembrerebbe che a Trump non siano piaciuti alcuni modi di fare. L’America potrebbe chiudere i servizi Cloud, manipolare i servizi social, svuotarci la casella di posta. Non ci sono limiti a quello che che un governo americano privo di qualsiasi scrupolo morale come questo potrebbe farci. Potrebbe anche non essere un danno diretto. Potremmo anche non scontrarci con gli stati uniti, basterebbe che gli americani ci vendano in uno scontro con un paese terzo. Qualcuno versa sul conto del presidente una bella cifra, e tutti i nostri servizi cloud svaniscono, le nostre armi smettono di sparare, i nostri jet restano a terra. Non è una follia, è quello che sta succedendo. La fiducia viene costruita in decenni ma si può perdere in un secondo. Inoltre il guinzaglio del padrone si sta mostrando decisamente corto: la Gran Bretagna non può passare la sua tecnologia derivata da quella americana, né può utilizzare intelligence di derivazione americana per aiutare l’Ucraina. La Francia, che ha le sue filiere, è invece un paese pienamente sovrano.

Questa cosa non è un problema solo per gli europei, che devono costruire dall’oggi al domani la propria indipendenza da filiere tecnologiche americane. In realtà è una terribile notizia anche per gli americani. La Cina non ha il suo enorme potere industriale perché il suo costo del lavoro è basso, ci sono infatti paesi dove lo è ancora di più. La Cina ha una legge di scala enorme. Qualsiasi cosa tu debba produrre per un miliardo e 400 milioni lo puoi costruire efficientemente anche per due miliardi o tre miliardi di persone, nessuno ti batterà mai sui costi di produzione con queste quantità. Il software e i servizi che costruisce ed esporta l’Americana, e su cui si basano le quotazioni stellari dei suoi indici di borsa, seguono leggi simili. Se utilizziamo il sistema operativo MacOs in miliardi di persone, sarà un prodotto molto migliore e curato di uno testato su una manciata di dispositivi. Se il mercato di cui possono disporre le aziende americane si riducesse a 330 milioni di americani anziché al miliardo e 300 milioni dell’occidente esteso l’effetto scala sarebbe trascurabile, modelli come quello di Netflix, Disney Plus non sarebbero sostenibili.

Abbiamo già fatto tre esempi (aziende di armamenti, colossi tecnologici e dell’intrattenimento) di aziende messe in serie difficoltà dall’attuale atteggiamento americano. Ora, la vera domanda è: perché nessuno negli Stati Uniti d’America sembra voler fermare Donald Trump, nonostante i danni miliardari che sta facendo al paese? Io ho una teoria in merito e riguarda il partito repubblicano e la sua componente MAGA. MAGA si comporta come una setta all’interno del partito repubblicano. Il partito repubblicano e quello democratico su queste questioni strategiche sono certamente allineati (questo allineamento era uno dei principali fattori di potenza degli Stati Uniti). Ora tra i repubblicani ci sono deputati MAGA e non MAGA, visto che il partito esiste dal 1854, 162 anni prima che Donald Trump entrasse in politica. C’è un partito repubblicano senza Trump, il contrario non è necessariamente vero, non siamo certi che un movimento MAGA possa sopravvivere fuori dalla cornice del partito repubblicano che lo ospita, è possibile, ma non è stato sperimentato. Il movimento MAGA è molto forte nel dettare la sua agenda in un meccanismo maggioritario come quello delle primarie, è una minoranza compatta e determinante, ma resta una minoranza. MAGA è un movimento personalistico, non esiste senza Trump, e infatti i suoi esponenti sono scelti in base alla lealtà personale verso Trump, il quale tra tre mesi compierà comunque 79 anni. Il partito repubblicano si deve scrollare di dosso il movimento MAGA, è una questione di sopravvivenza politica sul lungo andare, anche per via delle conseguenze.

La mia sensazione è che Democratici e Repubblicani non MAGA stiano lasciando a Trump tutta la corda che serve per impiccarsi. Sanno che MAGA è un movimento che si mobilita molto bene contro qualcuno, ma che ha enormi difficoltà a portare avanti una agenda propositiva. Lasciato senza nemici interni si ingolfa in se stesso, fa stupidaggini. Inoltre vogliono essere certi che più americani possibili si rendano conto dell’idiozia del movimento lasciato senza contrappesi. Quando saranno certi che il paese ne abbia avuto veramente abbastanza, partirà l’opposizione seria del congresso, che gli bloccherà tutto, e probabilmente faranno l’impeachment. Su cosa? Già anche solo la vendita di Memecoin di Trump il giorno prima del giuramento è stato un atto di corruzione senza pari nella storia americana. Centinaia di milioni sono volati da exchange cinesi direttamente a Mar-a-Lago, perché, beh, sono le crypto, non sono regolate, bellezza. Ma la corruzione resta corruzione. Inoltre i personaggi che ha messo a guida di servizi e FBI sono troppo mediocri per dominare le agenzie, che si vorranno vendicare. Senza contare che anche solo il gigantesco conflitto di interessi del membro del governo Musk sarebbe più che sufficiente per giustificare un impeachment. Il processo è partito per molto meno in passato, e siamo solo agli inizi, chissà domani cosa altro combinerà. Ovviamente, ci si muoverà solo quando i tempi saranno davvero maturi per chiudere la partita. Quello sarà il momento in cui il carnevale finirà davvero. In ogni caso all’America serviranno decenni per ripulire le strade dai bagordi e dal vomito, se mai ci riuscirà.

Narcisismo Imperiale

Inutile farsi illusioni: la notizia della fine del supporto americano all’Ucraina è una notizia terribile. Si può discutere se fosse una decisione evitabile o meno. Io non lo credo, forse perché voglio illudermi e mi spaventa di più un mondo in cui la decisione sulla vita di milioni di persone viene presa in base a un vestito o a scazzi personali che non uno in cui una decisione, pur malvagia, viene almeno premeditata freddamente. Però… c’è un però. Voglio farvi riflettere un attimo sull’altra faccia della medaglia. Tutti chiedono a Zelensky di riparare, chiedere scusa, rimediare all’accaduto. A furia di guardare le carte in mano a Zelensky, c’è però un altro aspetto che non mi sembra altrettanto considerato: che carte ha in mano l’America adesso per costringere Zelensky a fare quello che vuole? Nel momento in cui hai detto che “vuoi la pace con la Russia a tutti i costi”, hai chiaramente detto che non aumenterai il tuo sostegno militare, togli questa opzione dal tavolo. Quindi ti restano due opzioni: tenere il sostegno uguale, o ridurlo. Nel momento in cui lo elimini del tutto questo sostegno, che altre opzioni ti restano? Lo rendi negativo? Se l’Ucraina non si piega a fare quello che vuoi, che puoi fare? Iniziare pure tu a bombardare Kyiv, unirti all’allegra combriccola di droni iraniani? Zelensky ieri in una intervista ha detto a proposito di Lindsey Graham, un senatore repubblicano vicino alla causa ucraina che però gli si è rivoltato contro dopo i fatti dello Studio Ovale e che sostiene che Zelensky adesso si dovrebbe dimettere :”Lindsey è veramente una brava persona, potremmo dargli la cittadinanza ucraina e farlo trasferire qui, così magari potrà far sentire la sua voce”. Sicuramente una risposta piccata anche per motivi personali e comprensibili, ma comunque ha un fondo di verità. Lindsey può minacciare di scaricare Zelensky, ma dopo che lo ha scaricato, che altro può fargli? L’America è talmente abituata a essere centrale che non riesce neppure a immaginare un mondo in cui non lo è. Il mondo sognato da Trump è un mondo in cui l’America resta al centro di tutto, senza gli obblighi che aveva prima. E’ un impero a costo zero, frutto di quello che potremmo definire “narcisismo imperiale”. E’ una cosa molto simile a una Brexit americana, quando il Regno Unito si era convinto “we are going to have our cake, and eat it”. Talmente presi dalla furia cieca di tagliare i legami con Bruxelles da non preoccuparsi dalla sorte della propria industria finanziaria londinese, ex piazza principale dell’Unione, assolutamente centrale per l’economia del Regno. Londra non è collassata come piazza finanziaria, ma ha sicuramente accusato il colpo. Nel momento in cui verrà abolito USAID in moltissimi paesi del mondo spariranno i finanziamenti americani. Il contribuente americano ne sarà forse sollevato, ma in molte zone del mondo la parola degli americani conterà semplicemente molto meno, come è ovvio che sia. L’America non era centrale perché era l’America, ma perché aveva una costosa struttura imperiale di sostegno che rendeva l’America potente e temuta. L’illusione è che questo possa avvenire a costo zero, che Trump possa abdicare al ruolo mondiale degli Stati Uniti ma avere ancora strumenti per tenere – ad esempio- il dollaro come valuta di riferimento delle transazioni mondiali. E’ una illusione narcisista, psicologicamente molto interessante. Riguardando l’incontro alla Casa Bianca di venerdì c’è un aspetto che non mi sembra essere stato abbastanza considerato. Trump e Vance sembrano essersi completamente dimenticati di quello che hanno detto fino a un secondo prima a Zelensky, lo tengono fuori dall’incontro. Le parole di Trump a proposito del “mediocre comico”, “dittatore senza elezioni”, et cetera, quelle di Vance, vabbè… Zelensky no, ricorda invece ogni singola parola. Lo scontro vero avviene quando Zelensky ricorda a Trump una sua specifica frase, a riguardo “del bellissimo oceano” che separa l’America dalla Russia. Geograficamente è un oceano che si fa stretto fino agli 82 km dello stretto di Bering, ma Zelensky “Tu hai detto che c’è quest’oceano, ma sentirai anche tu la pressione…”. Qui salta tutto. “Non ci puoi venire a dire come ci dobbiamo sentire”. Visto che la controparte dice in continuazione come si devono sentire gli ucraini, colpisce questa asimmetria empatica, di due uomini sicuramente in posizione di potere diverse, ma comunque seduti insieme a uno stesso tavolo. Ma c’è qualcosa di più profondo, che rende l’affronto di Zelensky intollerabile.La parola di Trump è poietica: crea la realtà che vuole definire. Forse è mitopoietica, crea miti e leggenda, ma comunque la parola di Trump non si può contraddire frontalmente senza incrinare lo specchio del narcisista. Biden corrotto, la guerra “che non sarebbe mai cominciata se fossi stato io presidente”. Perché la guerra non sarebbe mai cominciata? Non si sa. Il piano di pace “geniale, che non poteva essere rivelato prima delle elezioni perché sennò non avrebbe funzionato”, e che ancora non si è capito in cosa consista se non in una somma di capitolazione e sfruttamento coloniale americano. Ma il narcisista non può sopportare di vedere incrinato il suo specchio, e la parola è il suo specchio, per questo il dominio della parola è fondamentale, per questo la parola non può essere contraddetta, per questo a Zelensky non deve essere permesso neppure di replicare. Il dilemma del narcisismo imperiale deve diventare ben presente anche a Elon Musk adesso. Cosa fare di Starlink fornito agli ucraini? Il governo polacco sta pagando il servizio. Se Musk lo interrompe, rivelando il segreto di Pulcinella della natura politica e non solo tecnologica dello strumento, può dire addio a tutta una serie di commesse che potrebbero diventare politicamente scottanti. Chi si può fidare di una connessione internet che può essere chiusa in ogni momento a seconda dei capricci del titolare? Starlink è un ottimo strumento, soprattutto, a bassa latenza, ma ci sono anche altri fornitori di servi satellitari a orbita bassa come il francese OneWeb. E se il servizio fosse tolto e si fosse trovata una alternativa altrettanto efficiente? In fondi i droni ucraini volano anche in profondità nella Russia, dove non c’è Starlink. Questa non sarebbe una sconfitta anche tecnologica? Non sono scelte facili, ma a dispetto di quello che sostiene il narcisismo imperiale, ci sono sempre dei costi rilevanti da pagare. E’ il compito di ciascuno capire quali sono questi costi e se ne vale la pena.

Tigri di Carta

Il trattamento ricevuto da Zelensky è il minore dei problemi. Un uomo che da tre anni visita le trincee e i parenti dei caduti difficilmente avrà gli incubi la notte per la matita agli occhi di JD Vance. La cosa devastante di ieri è la sensazione che per l’attuale amministrazione americana la politica estera proprio non esista affatto, sia solo una continuazione della politica interna nemmeno con altri mezzi, proprio con gli stessi mezzucci squallidi, la stessa vena di battutacce taglienti, aria da reality show, interviste da podcast. “Zelensky, you’re fired!”. Questa cosa è devastante. Ieri un capo di stato straniero è venuto a parlare alla Casa Bianca e si è sentito parlare di cosa hanno dato Obama, di cosa ha dato Biden… ma cosa gliene dovrebbe fregare? Mica è un relazione personale la sua. Per cosa dovrebbe provare “gratitudine?”. Sembrava che una richiesta di garanzie per la pace fosse un capriccio personale. Lo caccia via in quel modo come se fosse lì in visita di piacere e non in rappresentanza di una intera nazione. Il cerimoniale diplomatico è lì per una ragione, proprio per evitare queste assurdità che non feriscono il singolo, ma l’intero popolo che rappresenta. Addirittura via dal pranzo comune previsto. Dopo questa sceneggiata, in che modo l’obiettivo diplomatico di ottenere la pace è più vicino? Si fa questa cosa per i like sui social, come un balletto su TikTok, fossimo in Italia diremmo “Trump asfalta Zelensky”. Si, e poi?Poi una cosa su “Zelensky asfaltato”. L’intero punto di tutta la guerra non è smettere di combattere, è smettere di combattere con qualcosa che impedisca alla guerra di tornare domani, è un problema di garanzie. Tutto quello che è stato detto da Mosca lascia capire che verrà accettata solo una Ucraina tipo Bielorussia. La richiesta di aderire alla NATO era solo questo, una questione di garanzie, nient’altro. Questo è quello che vuole l’Ucraina e l’obiettivo minimo di una pace che non sia sottomissione, anche con menomazioni territoriali. Trump – sedicente maestro negoziatore – ieri ha detto in tutti i modi a Zelensky “non hai carte in mano”, “non hai alternative”. Zelensky ha sicuramente enormi problemi in casa e sul fronte. A Zelensky viene rimproverato un debito quasi personale verso l’America di 500 miliardi di dollari. La cifra reale fornita dall’America è molto minore, ma non è questo il punto. Tu dici a uno a cui hai prestato tutti questi soldi che non ha alternative. C’è una cosa però che l’esperto bancarottiere Trump dovrebbe sapere molto bene. Se tu mi devi mille dollari tu hai un problema. Se tu mi devi 500 miliardi di dollari ho un problema io. Se l’Ucraina implodesse, in che modo l’America rivedrebbe indietro l’investimento? Mica è un investimento di Biden, è un investimento di tutto il paese. Come si preserva ‘investimento? Rendere un debito tanto grande inesigibile è una carta potente da avere in mano per il “maleducato” Zelensky.Sinceramente non si capisce nemmeno che carte abbia in mano Trump. Si vuole ritagliare un ruolo di “mediatore” che è assurdo vista le quantità di armi che l’America ha fornito. Che mediatore può essere? E’ una parte in causa. Poi si è messo con le spalle al muro nel momento stesso in cui ha detto di volere la fine della guerra a tutti i costi. L’obiettivo è nobile, ma non si capisce che leva negoziale si abbia di fronte alla controparte. Tu puoi alzare la pressione, lasciarla invariata o abbassarla. Se vuoi uscire, nessuno prenderà sul serio la tua minaccia di alzare la pressione. Poiché la controparte alza la pressione, se tu l’abbassi o la rendi costante, rendi la tua parte debole. Se tu tiri fuori dal tavolo anche solo l’ipotesi di alzare la pressione, che carte hai tu in mano? “Me ne voglio andare, e se mi fate incazzare, me ne andrò ancora più velocemente, ma se proprio mi fate inviperire, me ne andrò furiosamente e lascerò sul campo 500 miliardi di dollari sbattendo pure la porta”. Quali sono le conseguenze di tutto questo? Un America irrilevante. Nei prossimi anni l’America rischia di essere irrilevante, non perché poco potente, l’America resterà un paese molto potente. Ma sarà un paese talmente concentrato sulla sua politica interna, sull’own the libs, sui like ottenuti sui social che all’estero non sarà capace di esercitare alcuna influenza degna di nota. Guai a farlo notare in patria, il modo in cui tutti i ministri di Trump si sono congratulati per lo spettacolo di ieri fa capire nessuno oserà dire quello che pensa davvero. In genere queste situazioni non finiscono bene.