Tigri di Carta

Il trattamento ricevuto da Zelensky è il minore dei problemi. Un uomo che da tre anni visita le trincee e i parenti dei caduti difficilmente avrà gli incubi la notte per la matita agli occhi di JD Vance. La cosa devastante di ieri è la sensazione che per l’attuale amministrazione americana la politica estera proprio non esista affatto, sia solo una continuazione della politica interna nemmeno con altri mezzi, proprio con gli stessi mezzucci squallidi, la stessa vena di battutacce taglienti, aria da reality show, interviste da podcast. “Zelensky, you’re fired!”. Questa cosa è devastante. Ieri un capo di stato straniero è venuto a parlare alla Casa Bianca e si è sentito parlare di cosa hanno dato Obama, di cosa ha dato Biden… ma cosa gliene dovrebbe fregare? Mica è un relazione personale la sua. Per cosa dovrebbe provare “gratitudine?”. Sembrava che una richiesta di garanzie per la pace fosse un capriccio personale. Lo caccia via in quel modo come se fosse lì in visita di piacere e non in rappresentanza di una intera nazione. Il cerimoniale diplomatico è lì per una ragione, proprio per evitare queste assurdità che non feriscono il singolo, ma l’intero popolo che rappresenta. Addirittura via dal pranzo comune previsto. Dopo questa sceneggiata, in che modo l’obiettivo diplomatico di ottenere la pace è più vicino? Si fa questa cosa per i like sui social, come un balletto su TikTok, fossimo in Italia diremmo “Trump asfalta Zelensky”. Si, e poi?Poi una cosa su “Zelensky asfaltato”. L’intero punto di tutta la guerra non è smettere di combattere, è smettere di combattere con qualcosa che impedisca alla guerra di tornare domani, è un problema di garanzie. Tutto quello che è stato detto da Mosca lascia capire che verrà accettata solo una Ucraina tipo Bielorussia. La richiesta di aderire alla NATO era solo questo, una questione di garanzie, nient’altro. Questo è quello che vuole l’Ucraina e l’obiettivo minimo di una pace che non sia sottomissione, anche con menomazioni territoriali. Trump – sedicente maestro negoziatore – ieri ha detto in tutti i modi a Zelensky “non hai carte in mano”, “non hai alternative”. Zelensky ha sicuramente enormi problemi in casa e sul fronte. A Zelensky viene rimproverato un debito quasi personale verso l’America di 500 miliardi di dollari. La cifra reale fornita dall’America è molto minore, ma non è questo il punto. Tu dici a uno a cui hai prestato tutti questi soldi che non ha alternative. C’è una cosa però che l’esperto bancarottiere Trump dovrebbe sapere molto bene. Se tu mi devi mille dollari tu hai un problema. Se tu mi devi 500 miliardi di dollari ho un problema io. Se l’Ucraina implodesse, in che modo l’America rivedrebbe indietro l’investimento? Mica è un investimento di Biden, è un investimento di tutto il paese. Come si preserva ‘investimento? Rendere un debito tanto grande inesigibile è una carta potente da avere in mano per il “maleducato” Zelensky.Sinceramente non si capisce nemmeno che carte abbia in mano Trump. Si vuole ritagliare un ruolo di “mediatore” che è assurdo vista le quantità di armi che l’America ha fornito. Che mediatore può essere? E’ una parte in causa. Poi si è messo con le spalle al muro nel momento stesso in cui ha detto di volere la fine della guerra a tutti i costi. L’obiettivo è nobile, ma non si capisce che leva negoziale si abbia di fronte alla controparte. Tu puoi alzare la pressione, lasciarla invariata o abbassarla. Se vuoi uscire, nessuno prenderà sul serio la tua minaccia di alzare la pressione. Poiché la controparte alza la pressione, se tu l’abbassi o la rendi costante, rendi la tua parte debole. Se tu tiri fuori dal tavolo anche solo l’ipotesi di alzare la pressione, che carte hai tu in mano? “Me ne voglio andare, e se mi fate incazzare, me ne andrò ancora più velocemente, ma se proprio mi fate inviperire, me ne andrò furiosamente e lascerò sul campo 500 miliardi di dollari sbattendo pure la porta”. Quali sono le conseguenze di tutto questo? Un America irrilevante. Nei prossimi anni l’America rischia di essere irrilevante, non perché poco potente, l’America resterà un paese molto potente. Ma sarà un paese talmente concentrato sulla sua politica interna, sull’own the libs, sui like ottenuti sui social che all’estero non sarà capace di esercitare alcuna influenza degna di nota. Guai a farlo notare in patria, il modo in cui tutti i ministri di Trump si sono congratulati per lo spettacolo di ieri fa capire nessuno oserà dire quello che pensa davvero. In genere queste situazioni non finiscono bene.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *